Hell or High Water, Recensione film

Presentato al festival di Cannes nella sezione Un certain regard e poi candidato a 4 premi oscar tra cui miglior film e miglior sceneggiatura, Hell or High Water( che potete già trovare su Netflix)  si presenta come un western moderno, con rimandi al cinema dei Coen e una sceneggiatura che fa della caratterizzazione dei personaggi il suo punto forte.

E' la storia di due fratelli che rapinano delle banche e di un Texas ranger che prima di andare in pensione affronta il suo ultimo caso cercando di arrestare i colpevoli delle rapine.

 La trama è semplice ma cattura facilmente lo spettatore. Una caccia continua che pian piano aumenta di ritmo alzando la tensione di chi guarda.

Ed è attraverso questo semplice schema che il  film mostra l'America profonda, le difficoltà dell' uomo medio nei confronti del sistema sia statale che bancario.

Un film sottile che si regge sulla magnifica interpretazione di Jeff Bridges nei panni dello sceriffo che, con il suo accento texano e le sue parole sospirate, cattura la scena.

Buone anche le interpretazioni di Chris Pine(che finalmente vediamo recitare)  e soprattutto di Ben Foster.

Taylor Sheridan, che già aveva scritto il magnifico Sicario, torna ad affrontare il tema della frontiera americana, parlando della fine del vecchio West e dei sui valori, tra sfruttamenti petroliferi e crisi economica, mostrando una società che muore.

Significativo e poi lo scontro tra il personaggio di Chris Pine E Jeff Bridges che rappresenta lo scontro tra vecchi capisaldi e la nuova società corrotta dal sistema.

David Mackenzie prende questo script senza stravolgerlo e mettendo la sua regia al servizio della storia. Le inquadrature sono asciutte ed essenziali ,senza inutili virtuosismi

Quello che rimane di questo "Hell or High Water" è una critica sociale al momento attuale americano, fatto di armi, prostituzione, gioco d'azzardo e disoccupazione.

Un film che dal nulla inizia e nel nulla finisce, un po come il Texas.









Commenti