Guardiani Della Galassia Vol. 2, Recensione


Premessa: per leggere questa recensione bisogna aver visto almeno il primo film; non farò spoiler sul secondo

I guardiani sono tornati.

I personaggi che abbiamo amato nel primo film sono di nuovo insieme sul grande schermo e ancora una volta sono i nostri eroi, spiritosi, divertenti ma che riescono a toccarci le corde più intime del cuore facendoci commuovere per una storia che sai essere surreale.

Questa volta la banda composta da Peter Quill, Rocket, Groot, Gamora e Drax sarà inquadrata ed esplorata in modo diverso dal regista James Gunn, visto che abbiamo già imparato a conoscere i ruoli di ognuno nel gruppo.

La storia e legata a doppio filo alla figura del padre di Peter, Ego(interpretato dal magnifico Kurt Russell) un uomo misterioso e ambiguo che stranamente ci viene svelato subito e che i protagonisti seguono sul suo pianeta.

Il film perde la sua componente esplorativa, ma esplora (scusate il gioco di parole) molto di più i personaggi e i loro vari rapporti di amore e amicizia; vengono sfaccettate le loro emozioni e il motivo dei loro vari comportamenti. Viene dato molto più spazio a personaggi che nel primo film erano secondari come Yondu e Nebula. Ogni personaggio ha il suo momento e nessuno sovrasta l’altro. Persino baby groot viene usato con i tempi giusti senza abusare della sua dolcezza ed ingenuità per far ridere lo spettatore.

Gunn mette in gioco una regia fresca e frizzante che riesce a migliorare rispetto al primo nella sua parte action essendo più dinamica. I colori come nel primo danno all’universo un’aria anni 80 coadiuvata da una colonna sonora che riprende brani disco,rock e pop di quel periodo, proprio come nel primo. Il significato della musica, contenuta nelle cassette dategli dalla madre in punto di morte nel primo, è pero meno centrale ma comunque importante.

C’è poco da dire su un film che ho apprezzato in toto, un film che ti strappa risate di gusto e ti fa scendere qualche lacrima sincera si può definire semplicemente perfetto. Il messaggio finale poi è molto profondo ed è racchiuso nella bellissima canzone di Cat Stevens, “Father and Son”( che potete ascoltare cliccando qui) : la canzone e un discorso che un padre a un figlio cercando di dargli consigli, di fargli capire il mondo ma che comunque non impone mai la sua decisione ma spinge suo figlio a vivere. Interessante è poi l’importanza che Gunn dà ai legami non di sangue nel film ma che creano comunque una famiglia. Una lezione che permea dall’intera pellicola e che spinge sulla contrapposizione del personaggio di Ego, il vero padre di Peter e Yondu, cioè la figura paterna con cui Peter ha un rapporto molto intimo e particolare.

Quando riesci a provare queste emozioni in un film con un procione parlante puoi solo dire capolavoro.





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