Kenneth Branagh è un autore che più inglese non si può. Grande amatore di Shakespeare, è famoso soprattutto per le trasposizioni di Enrico V, Amleto e Frankestein di Mary Shelley, passando poi a film più commerciali come il primo Thor e Cenerentola.
Adesso è al cinema con la sua trasposizione del cult giallo di Agatha Christie, Assassinio sull'orient express, già portato al cinema da Sidney Lumet nel 1974.
Branagh,che oltre a dirigere recita nella parte di Poirot, riunisce un grande cast, che comprende Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley.
Il film è girato bene, e vede l'utilizzo di molti piani sequenza interessanti e ben costruiti e di inquadrature dall'alto che ti immergono nell'investigazione. Ogni personaggio è approfondito nella giusta maniera e ha il giusto spazio.
La ricostruzione scenografica e il montaggio sono di ottimo livello e soprattutto nella seconda parte tengono lo spettatore incollato allo schermo.
Branagh, pur essendo più attinente al testo originale, cerca di trasformare Poirot in Sherlock Holmes. Adatta il suo film a ciò che chiede il mercato, inserendo alcune scene d'azione e effetti speciali fuori luogo.
Dopo una prima al parte forse troppo lenta che non intrattiene lo spettatore, il film diventa eccessivamente costruito e teatrale, con alcuni dialoghi troppo caricati e prolissi.
Il regista cerca attraverso il fatto di studiare l'animo umano e ciò che lo porta a compiere un atto come il suicidio. Mette a confronto la razionalità dell'uomo e la sua impulsività, il suo desiderio di vendetta.
Cerca di portare dubbio e domande, ma arriva solo a frettolose risposte arrivando al manicheo.
Resta la buona fattura scenica e il messaggio trasmesso è interessante(con tutte le riserve del caso), ma il film esagera rendendo il tutto un po' moralista.
Una pellicola che riesce però ad essere un evento per il grande pubblico e che può aprire a nuovi film sul' investigatore belga( il film sta andando bene e gia si parla di Assasinio sul Nilo).
Adesso è al cinema con la sua trasposizione del cult giallo di Agatha Christie, Assassinio sull'orient express, già portato al cinema da Sidney Lumet nel 1974.
Branagh,che oltre a dirigere recita nella parte di Poirot, riunisce un grande cast, che comprende Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley.
Il film è girato bene, e vede l'utilizzo di molti piani sequenza interessanti e ben costruiti e di inquadrature dall'alto che ti immergono nell'investigazione. Ogni personaggio è approfondito nella giusta maniera e ha il giusto spazio.La ricostruzione scenografica e il montaggio sono di ottimo livello e soprattutto nella seconda parte tengono lo spettatore incollato allo schermo.
Branagh, pur essendo più attinente al testo originale, cerca di trasformare Poirot in Sherlock Holmes. Adatta il suo film a ciò che chiede il mercato, inserendo alcune scene d'azione e effetti speciali fuori luogo.Dopo una prima al parte forse troppo lenta che non intrattiene lo spettatore, il film diventa eccessivamente costruito e teatrale, con alcuni dialoghi troppo caricati e prolissi.
Il regista cerca attraverso il fatto di studiare l'animo umano e ciò che lo porta a compiere un atto come il suicidio. Mette a confronto la razionalità dell'uomo e la sua impulsività, il suo desiderio di vendetta.
Cerca di portare dubbio e domande, ma arriva solo a frettolose risposte arrivando al manicheo.
Resta la buona fattura scenica e il messaggio trasmesso è interessante(con tutte le riserve del caso), ma il film esagera rendendo il tutto un po' moralista.Una pellicola che riesce però ad essere un evento per il grande pubblico e che può aprire a nuovi film sul' investigatore belga( il film sta andando bene e gia si parla di Assasinio sul Nilo).
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